Dalle informazioni assunte in Via Ausonia, gli uffici preposti hanno già completato il caricamento dei dati relativi agli operatori della formazione professionale per la definizione dell'Albo.
Parrebbe che, nonostante l'enorme ritardo accumulato dall'A.A., la procedura abbia subìto un ulteriore arresto per via della necessità di incrociare i dati (affluiti in assessorato dagli enti formativi già dal febbraio 2011) con la reale situazione odierna, resasi complessa dalle diversissime procedure di mobilità concluse e dall'applicazione della cigs in deroga per circa 2.000 lavoratori.
Ad ingessare il meccanismo si aggiunge una questione di competenza nella gestione dell'albo che, ad oggi, non si capisce se debba restare nelle mani della Direzione generale istruzione e formazione professionale oppure afferire alla Direzione generale lavoro.
Il dato che registriamo é che gli Avvisi 18, 19 e 20 sono in fase di pubblicizzazione, le direttive programmatiche per il PROF 2012 non sono ancora uscite e l'impegno assunto dal Governo regionale di blindare il settore con un Albo degli operatori - ad esaurimento - non è stato ancora mantenuto, rilevato che non esiste né lo strumento né la procedura di gestione.
Tale situazione aggrava lo stato di confusione del settore che annida sempre più incertezza e poca trasparenza tra gli operatori.
Che qualcuno si accinga a dichiarare fra qualche giorno, magari in pubblico incontro, che l'A.A. abbia ben operato nel 2011 sanando il sistema e moralizzandolo, è la concreta dimostrazione della fragilità di un meccanismo poco chiaro posto in essere. Che senso ha amplificare una buona prassi con le parole, servono fatti che dimostrano correttezza dell’operato e risultati conseguiti.
Qualità di sistema e contenimento del costo erano alcuni dei capisaldi su cui si è incentrata l'azione di governo politico ed amministrativo nella formazione professionale. Niente di più falso, se si pensa che i percorsi didattici sono stati compressi a causa dell'insufficiente copertura finanziaria con conseguenza che saranno rilasciati attestati poco qualificanti e che il costo complessivo del Piano formativo 2011 alla fine dell'anno sarà sicuramente notevolmente superiore a quello del 2010 e quindi del 2009. Nessuna qualità aggiuntiva del servizio formativo erogato in favore degli allievi, costretti ad entrare in classe a giugno, nessuna qualità aggiuntiva in materia contabile, una sola certezza: duemila lavoratori buttati in cigs attraverso l'aggiramento del quadro normativo regionale che ha penalizzato un'intera economia. Ci chiediamo, chi ha tratto vantaggio da ciò? OLTRE AL DANNO LA BEFFA!
Sulla ripartizione del 30% del finanziamento a valere sul PROF 2011 rimangono oscuri i motivi che hanno spinto il Dirigente generale del Dipartimento Istruzione e formazione a non firmare il DDG.
Sul capitolo 717910 del bilancio regionale risultano iscritti 45 milioni di euro che a tutt'oggi restano inutilizzati. Qual é il gioco? Costringere sempre più enti formativi ad avviare le procedure di mobilità del personale per applicare la cigs? Quali sono le finalità di tanta attesa? Un sistema formativo colabrodo che ha perso l'identità e la faccia, abbandonato al triste destino, in un percorso senza ritorno verso il definitivo tramonto; mentre il Ministro del Lavoro dichiara che la formazione professionale é e resta uno degli strumenti strategici per puntare al rilancio dell'economia italiana, la Sicilia si distinguerà per avere sepolto definitivamente una cultura, un sistema di regole, una economia.
Da cosa sarà sostituita lo sapremo nelle prossime settimane, tante sono le congetture, ma ci limitiamo in questa fase ad evidenziare le storture per tentare di nutrire la coscienza collettiva di quella consapevolezza necessaria alla assunzione di importanti scelte.
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