Parlare di dati statistici, di analisi del fenomeno e di indice di misurazione del grado di impatto nel mercato del lavoro rappresenta, di solito, il frutto di un accurata indagine sulla effettiva domanda di lavoro. In Sicilia non esiste dato più parziale che quello che emerge dalle stazioni rilevatrici (SUPL, CCIAA, Associazioni datoriali, etc.).
Il dato è parziale per diverse ragioni legate proprio alla dinamicità del dato, impuro per natura, in una terra come la Sicilia dove l’incidenza del lavoro irregolare è su livelli preoccupanti ed il tasso di povertà ha superato la soglia di guardia, come queelo dei disoccupati/inoccupati. Se a questo si aggiunge la considerazione che quelle poche "isole industriali" sono in crisi da anni con l’effetto di registrare migliaia di cassaintegrati e disoccupati, diviene proibitivo l’esercizio dei numeri.
Comprendiamo lo sforzo dell’Assessore Centorrino di tirare fuori dal cilindro tutto ciò che può servire per difendere il disegno politico che sta dietro la strutturazione del nuovo modello di offerta formativa in Sicilia, ma appare anacronistico e precario ogni ragionamento che non sia fondato su dati scientifici bloccati e verificabili. Oggi la rilevazione del mercato del lavoro in Sicilia si fonda, per esempio, sull’encomiabile lavoro degli operatori della formazione professionale (quello posti sulla ghigliottina) che, attraverso l’attività degli Sportelli Multifunzionali (Scuola/Lavoro), quotidianamente raccolgono ogni tipo di dato per rendere verosimile lo stato del lavoro nell’Isola.
Non siamo critici per definizione, ma se veramente l’assessore Centorrino è in possesso di dati certi ed inconfutabili, tali da modificare i percorsi formativi attraverso l’individuazione preventiva di figure specialistiche, non si comprende come non li abbia messi a confronto con le Parti Sociali che svolgono un compito istituzionale “di mezzo” a sostegno delle azioni di politica attiva nel mercato del lavoro e con le Associazioni degli Enti formativi in fase di pre-programmazione delle attività a valere sul PROF 2011?
Siamo pronti al confronto ma non sulla base di proclami, ma di certezze.
Il lavoro è una cosa seria, così come i dati di supporto, ed in questa fase delicata di ridisegno del sistema formativo in Sicilia -ricco di carenze e incertezze - sarebbe utile spingere l’azione con ragionevolezza, abbandonando per qualche tempo parzialità e frettolosità.
Il popolo siciliano ha bisogno di certezze, di un lavoro stabile e duraturo.
Significative variazioni tra il Piano 2010 ed quello del 2011 sono concetti oltremodo di difficile comprensione allorquando almeno 2.500 lavoratori rischiano il processo di mobilità per scelte non preventivamente ponderate in termini di impatto sociale e di paracadute sociale.
Serve una seria e concreta politica di sostegno al reddito dei lavoratori della formazione professionale, stanchi di aspettare decisioni che tardano ad arrivare con un Piano le cui attività non vedranno la luce prima di giugno.
Palermo, 05 maggio 2011
Dott. Giuseppe Messina
Responsabile regionale
Dipartimento politiche economiche e formative
UGL SICILIA
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