Appello alle forze parlamentari responsabili per un nuovo modello di formazione professionale largamente condiviso
E’ evidente che se registriamo ad oggi un confronto sulla riforma della formazione professionale, va da sé che il percorso di riordino perseguito dall’assessore Centorrino e condiviso da alcuni sindacati non ha prodotto alcun progresso determinante per la soluzione delle criticità. E quindi è stato un fallimento l’avere creato aspettative con proclami senza averne dato seguito, lasciando nell’oblìo i lavoratori e le loro famiglie, se è vero come è vero che le retribuzioni sono bloccate da 6 a 14 mensilità e le attività d’aula non sono ancora decollate, con danni devastanti per migliaia di famiglie siciliane impossibilitate a mandare in classe i propri ragazzi (caso de’OIF o dei corsi diretti a diversabili). Ci chiediamo che fine abbiano fatto i tanti decantati effetti benefici introdotti dall’accordo quadro sulla buona formazione.
Il processo di riordino formativo – come più volte avvistato da Ugl - è crollato di fronte alle difficoltà di introdurre – solamente a legge di stabilità varata - alcuni strumenti necessariamente per via normativa. Agli inizi di febbraio in Audizione in V^ Commissione all’ARS, Ugl aveva provocato l’Assessore Centorrino proprio sui tempi tecnici per giungere ad una riforma, peccato che sottraendosi ha perduto una occasione di dire la verità ai lavoratori siciliani.
Una parte di essi resta ancora convinta di potere percepire le retribuzioni entro questa settimana, ma Centorrino quando parlerà ai lavoratori con chiarezza, trasparenza, imparzialità e verità?
Oggi l’Assessore regionale alla istruzione e formazione, dopo i ripetuti tentativi di modificare le regole del gioco isolando dal dibattito per mesi e mesi la deputazione presente all’Ars, dovrà confrontarsi adesso con il mondo politico e con la compagine parlamentare a Sala D’Ercole.
Lo avevamo più volte asserito noi di Ugl che nessuna delle previsioni contenute nell’accordo quadro possono trovare applicazione se non con passaggio normativo. 
Avevamo più volte evidenziato le debolezze di un accordo che contestavamo non solo nel merito.
Riformare non significa licenziare, limitarsi a presentare la riforma contenendo solamente la modifica all’articolo 132 della Legge regionale n.4 del 16 aprile 2003, in materia di formazione professionale attraverso l’estensione del Fondo di garanzia in favore dei lavoratori assunti a tempo indeterminato entro il 31/12/2008, compresi i soggetti impegnati anche in servizi di orientamento e dell’obbligo di istruzione e formazione, e l’utilizzazione del Fondo anche per interventi di accompagnamento alla fuoriuscita del personale, è limitativo e non giustifica il ruolo tecnico dell’Assessore. Ci aspettiamo uno sforzo maggiore, qualcosa che possa giustificare la presenza tecnica e non politica dell’Assessore in Giunta.
Il Fondo di garanzia per Ugl va esteso al 31/12/2008 con copertura attraverso somme aggiuntive, l’ipotesi di finanziamento con meccanismo automatico – a mò di bancomat – sarebbe la peggiore sconfitta della politica e del mondo sindacale. Che senso ha prelevare le risorse dagli Enti de finanziati nel PROF per trasferirli al fondo di garanzia? Svincolare le somme dal personale significherebbe distrarre la copertura retributiva e contributiva per chissà quali oscure finalità.
Introdurre l’albo unico ad esaurimento con Capitolo di spesa dedicato a garanzia dei lavoratori assunti entro il 31/12/2008 ed utilmente impegnati nelle tre filiere (Interventi, Servizi e OIF), è ciò che chiediamo da tempo, così come sono mature le condizioni per riscrivere una parte della storia di questo settore attraverso l’introduzione dell’Agenzia Unica regionale della formazione professionale, unico strumento trasparente che costituirebbe lo spartiacqua tra gestione da affidare ad Enti accreditati e personale professionalizzato che verrebbe prioritariamente se non esclusivamente utilizzato da tutti coloro che otterrebbero l’appalto per il servizio formativo.
Chi usa le parole per dipingere un settore affaristico-clientelare che ha mal gestito nell’ultimo decennio, dovrebbe ricordarsi di averne fatto parte attiva (e continua a farlo) potendo contare su una importante dote di ore formative e di finanziamento regionale. 
Paradosso del paradosso, qualche sindacato e Associazione datoriale di settore e non solo, storicamente proprietari di ente formativo, attacca il sistema e chiede la moralizzazione e la razionalizzazione col sacrificio dei lavoratori che in massa verrebbero posti al margine del mercato del lavoro. Ma lo stesso sindacato dov’era quando si chiudevano accordi sindacali che ampliavano il sistema, quando si autorizzavano cessioni di rami di azienda per favorire taluni , quando si reperivano i lavoratori con società interinali di vicina provenienza, quando si condizionavano le scelte politiche verso un ampliamento dell’attività formativa, attraverso parlamentari di vicina estrazione? La responsabilità circa il disastro del settore affonda le radici al passato lungo 30 anni dove alcune forme di potere politico-economico si sono sviluppate in Sicilia a partire dall’introduzione della Legge 845/78. La riforma del settore, secondo Ugl non può prescindere dalla opportunità di consentire al personale degli enti eventualmente definanziati di essere assorbito ovvero utilizzato, con lo stesso monte ore di provenienza, presso gli enti utilmente finanziati nel PROF. Inoltre a nostro avviso, il personale in esubero deve poter trovare collocazione in enti regionali, società partecipate, oppure comandati presso assessorati, uffici periferici della pubblica amministrazione, AA.SS.PP., Aziende ospedaliere, ed altro; in ossequio a quanto tracciato dal Governo regionale il 4 ottobre scorso con l’approvazione della Delibera di Giunta n.350, che, per Ugl, costituisce lo strumento di riferimento per ogni percorso normativo riformatore.
Riteniamo, oltremodo, che per razionalizzare il sistema potrebbe trovare efficacia l’introduzione di una norma che favorisca l’esodo incentivante in favore dei quei lavoratori con debito contributivo non oltre i cinque anni. Questo personale, che andrebbe individuato dall’A.A., potrebbe transitare nel Fondo di Garanzia, attuando con efficacia una seria politica di prepensionamento.
Cos’ come è necessario che una apposita norma autorizzi l’Assessore regionale alla istruzione e formazione ad utilizzare le cosiddette “economie” reiscritte in bilancio nel rispetto di quanto sancito nel'articolo 9 della legge regionale 8 novembre 2007, n. 21 per la copertura delle pregresse retribuzioni del lavoratori, maturate per effettiva attività erogata presso le sedi di lavoro; in attuazione, peraltro a quanto previsto dal comma 3 dell'articolo 39 della legge regionale 23 dicembre 2002, n. 23. 
L’assessorato regionale istruzione e formazione professionale è guidato da un tandem di super-esperti, che dimostrino quella marcia in più che la Sicilia ed i lavoratori della formazione professionale si attendono dopo mesi e mesi di buio, diversamente se non dovessero riuscire nel tradurre le istanze in reale cambiamento, con senso di responsabilità dovrebbero – un momento dopo – alzare bandiera bianca e ritornare alla vita di tutti i giorni.
La Sicilia ha bisogno di cambiamenti seri ed epocali ed è per queste ragioni che Ugl si appella alla compagine parlamentare di maggioranza ed opposizione per tradurre al meglio le istanze dei lavoratori e licenziare, in brevissimo tempo, una legge di riforma di settore. Il Parlamento siciliano non si è mai sottratto al ruolo di responsabilità verso il popolo siciliano, ed è a questo alto senso civico e politico che ci affidiamo – noi di Ugl – per colmare quel gap, frutto di improvvisazione, ipocrisia e spavalderia nell’azione di governo nella formazione professionale.
Al Presidente Lombardo chiediamo di garantire, attraverso la Segreteria Generale della Presidenza della Regione, che l'Assessore Centorrino, nel predisporre il proprio ddl, persegua le finalità ed i contenuti della Delibera di Giunta n.350 del 4/10/2010 per una pedissequa applicazione, e non si limiti ad introdurre il Fondo di Garanzia con auto-alimentazione attraverso le risorse liberate dal de finanziamento degli enti formativi, sarebbe il definitivo collasso del sistema, altro che moralizzazione e rilancio della qualità.
f.to
Giuseppe Messina
Responsabile Dipartimento politiche economiche e formative
UGL SICILIA
 
 
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